L’importante ruolo dell’Esperto in interventi di risanamento.

 

Michele del Gaudio Primo Ricercatore INAIL

 

Carmine Piccolo Primo Ricercatore INAIL

 

Premessa

Il radon è un gas che si origina da rocce vulcaniche in cui si verifica il decadimento della serie dell’Uranio e del Torio. Esso può potenzialmente trovarsi in ogni luogo ma esistono delle aree geografiche in cui, a causa della composizione geologica dei suoli, la concentrazione può essere mediamente più alta.  

Il d.lgs. 101/2020 ha individuato le situazioni in cui è prevedibile un rischio maggiore e in cui è quindi necessaria una valutazione della concentrazione media annua. Qualora siano superati i limiti di riferimento occorre adottare le misura di controllo.

Il datore di lavoro deve comprendere questo rischio tra quelli da valutare ai sensi dell’art. 28 del D. Lgs 81/08 e verificare se viene superata la concentrazione media annua di radon in aria che per i luoghi di lavoro è fissata a 300 Bq/m3

Tufi, Graniti e porfidi sono le rocce che possono emettere maggiori quantità di Radon quando costituiscono i terreni di fondazione degli edifici o quando sono stati utilizzati come materiali da costruzione.

Bisogna prestare attenzione alle definizioni. I “tufi” estratti in Puglia, ad esempio, sono calco-areniti quindi rocce sedimentarie prive di minerali radioattivi.

Conoscere le caratteristiche geologiche dell’area in cui è ubicato il luogo di lavoro è sicuramente un buon punto di partenza, come pure acquisire misure già effettuate nella stessa area. Ma per quantificare il rischio è necessario fare delle misure in sito.

Il territorio della Campania presenta, nella zona occidentale terreni prodotti dai vulcani Vesuvio e Campi Flegrei mentre nei territori interni, come la provincia di Avellino, i prodotti vulcanici come i tufi gialli e le ignimbriti hanno coperto i substrati flyshoidi e sono frammiste alle coltri detritiche provenienti dall’erosione dei rilievi calcarei.

Nella provincia di Napoli è molto più frequente misurare livelli di concentrazione di Radon elevati mentre nella provincia di Avellino i livelli sono mediamente più bassi ma le caratteristiche costruttive degli edifici o il loro uso, possono favorire un accumulo significativo.

Alcune misure effettuate nel territorio della provincia di Avellino riportano valori superiori a 100 Bq/m3 ed è significativa la misura registrata in una gioielleria ubicata al piano terra al centro di Avellino in cui è stato registrato un valore di 236 Bq/m3 evidentemente a causa delle chiusure dovute ad esigenze di sicurezza.

I datori di lavoro che svolgono la loro attività in locali al piano terra o in sotterraneo, in territori non propriamente vulcanici, non debbono quindi escludere la possibilità che nel loro luogo di lavoro ci possa essere un rischio di esposizione al Radon.   

L’art. 17 del D. Lgs. 101/2020 fissa le scadenze entro cui il Datore di lavoro  deve misurare la concentrazione del Radon rivolgendosi a strutture abilitate ai sensi dell’art. 155 e all’allegato II del D.Lgs 101/2020. Se il livello misurato è inferiore dovrà ripetere il monitoraggio dopo otto anni o dopo importanti modifiche strutturali al livello del suolo, mentre con il superamento del limite occorrerà attivare delle misure correttive e procedere al monitoraggio ogni quattro anni. Qualora le azioni correttive non siano efficaci dovrà proteggere i lavoratori effettuando la valutazione delle dosi efficaci annue.

Il datore di lavoro dovrà realizzare le azioni correttive con la consulenza di un tecnico abilitato ai sensi dell’art. 15 del D. Lgs. 101/2020.

Le azioni correttive mireranno a isolare gli ambienti dalle infiltrazioni provenienti dal suolo o migliorare la ventilazione dei locali allontanando all’esterno il gas Radon ed evitando pericolosi accumuli. Quest’ultima soluzione è probabilmente maggiormente praticabile anche se occorre equilibrare bene le aspirazioni per evitare che favoriscano ulteriormente le infiltrazioni dal suolo.

L’attuazione del piano nazionale di azione fornirà ulteriori indicazioni ai datori di lavoro ma è già possibile individuare tre fattori importantissimi:

  • Stabilita l’azione sinergica con il Radon del fumo di sigarette si dovrà ancor di più incentivare i lavoratori a smettere di fumare;
  • Bisognerà ulteriormente intensificare le campagne di promozione per il miglioramento della qualità dell’aria indoor;
  • Bisognerà intensificare l’attività di informazione dei lavoratori.

Radon Indoor

A causa della sua natura gassosa e dalla sua inerzia chimica diffonde rapidamente dal luogo di formazione (in un materiale) fino a raggiungere lo spazio esterno

  • Nei luoghi aperti si disperde
  • Nei luoghi chiusi (case, uffici…) si concentra e viene respirato

La concentrazione di attività di gas radon è espressa in B/mc.

Da una indagine dell’Istituto Superiore su 13 risultati di studi epidemiologici condotti in Paesi europei (incluso quello effettuato in Italia) hanno dimostrato .

  • un significativo aumento di rischio di tumore polmonare all’ aumentare dell’esposizione al radon
  • l’esistenza di un forte effetto sinergico tra fumo di sigaretta e radon
  • l’evidenza del rischio di tumore polmonare anche (per esposizioni prolungate di alcuni decenni) a livelli di concentrazione di radon medio-bassi) inferiori a 200 Bq/mc)
  • un aumento di rischio di tumore polmonare del 16% per ogni 100 Bq/mc di incremento di concentrazione media di radon (tenendo conto delle incertezze questa stima varia da 5% al 31%)

Le principali sorgenti del radon sono:

  • Il suolo
  • I materiali da costruzione
  • L’ acqua

Nel SUOLO deriva dal decadimento di Uranio e Torio: le rocce ignee hanno un maggior contenuto rispetto alle sedimentarie e alle metamorfiche

Nei MATERIALI DA COSTRUZIONE

  • TUFI e POZZOLANE che sono di origine vulcanica possono presentare contenuti di radio e torio di alcune centinaia di Bq/kg
  • GRANITI E PORFIDI, spesso utilizzati in edilizia, possono presentare anch’essi livelli di radio e torio elevati.
  • Inoltre si trova nei materiali da costruzione ottenuti come sotto prodotti di processi industriali

Nell’ACQUA deriva dal passaggio in rocce vulcaniche

I fattori che influenzano la concentrazione di radon negli ambienti chiusi possono essere:

  • Concentrazione del radon nel suolo e nei materiali da costruzione (composizione)
  • Propagazione attraverso il suolo e i materiali (permeabilità, porosità)
  • per convezione (differenza di pressione)
  • e per diffusione (differenza di concentrazione)
  • Presenza di microfratture nei pavimenti e di tubature (acqua, gas)
  • Distanza dell’abitazione dal suolo
  • Tasso di ventilazione dell’ambiente

Il quadro normativo vigente prevede nel piano Nazionale Radon interventi di prevenzione e riduzione

  • Interventi di risanamento negli edifici esistenti
  • Prevenire l’ingresso del radon nel caso di nuove costruzioni e ristrutturazioni
  • Formazione e qualificazione degli esperti in interventi di risanamento

I livelli massimi di riferimento per le abitazioni ed i luoghi di lavoro sono espressi in termini di valore medio annuo della concentrazione di radon in aria

Ambienti di vita

  1. 300 Bq/mc per le abitazioni esistenti
  2. 200 Bq/mc per abitazioni costruite dopo il 31.12.2024

Ambienti di lavoro

  • 300 Bq/mc per i luoghi di lavoro
  • Il livello di riferimento di cui all’ art. 17 c.4 è fissato in 6 mSv in termini di dose efficace annua (paria ad una esposizione integrata di 895 kBq h/mc

L’ Esperto in interventi di Risanamento radon è la persona che possiede le abilitazioni, la formazione e l’esperienza necessaria per fornire indicazioni tecniche ai fini dell’adozione delle misure correttive per la riduzione della concentrazione di gas radon.

Il decreto legislativo 31 luglio 2020, n. 101 in attuazione della direttiva 2013/59/Euratom, come modificato dal DECRETO LEGISLATIVO 25 novembre 2022, n. 203 stabilisce norme fondamentali di sicurezza per la protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti naturali ed artificiali, ed alla Sezione I (disposizioni Generali) con l’art. 15 stabilisce quali sono le figure professionali che in virtù del proprio titolo di studio e dei requisiti formativi di cui all’Allegato II, possono essere considerate esperte in interventi risanamento e mitigazione radon.

Gli Esperti in interventi di risanamento radon devono essere in possesso dei seguenti requisiti:

1. abilitazione professionale per lo svolgimento di attività di progettazione di opere edili;

2. partecipazione a corsi di formazione ed aggiornamento dedicati, della durata di 60 ore, organizzati da enti pubblici, università, ordini professionali, su progettazione, attuazione, gestione e controllo degli interventi correttivi per la riduzione della concentrazione di attività di rado negli edifici

I luoghi di lavoro interessati alle attività di monitoraggio e valutazione sono:

  • Attività lavorative svolte in luoghi sotterranei
  • Stabilimenti termali
  • Seminterrati e piano terra se ubicati in aree prioritarie
  • Lavori svolti in specifici luoghi di lavoro definiti dal Piano Nazionale Radon

Sarà compito del Datore di lavoro procedere a:

  • Misurazione della concentrazione media annua
  • In caso di superamento del livello di riferimento adottare le misure correttive mediante l’esperto in interventi di risanamento
  • Nel caso di misure correttiva non efficaci valutare l’esposizione della dose efficace dei lavoratori
  • Procedere agli adempimenti inquadrati nell’ ambito degli obblighi previsti dal D.Lgs. 81/08

Il documento redatto è parte integrante del documento di valutazione del rischio (art. 17 del D.Lgs. 81/808)