Con l’avvio sperimentale delle procedure per la valutazione basale, multimediale e il “progetto di vita” collegate alla nuova legge per le persone con disabilità, il decreto legislativo 62/2024, iniziamo oggi la pubblicazione delle tre patologie per le quali è previsto, se richiesto, l’accomodamento ragionevole, vale a dire accorgimenti non eccessivi che garantiscono l’abbattimento delle barriere per le persone con disabilità nell’ambiente di lavoro, attraverso l’analisi della congruità occupazionale: Diabete Mellito tipo 2; Disturbo dello Spettro Autistico, Sclerosi Multipla.
Che cos’è il diabete di tipo 2
Il diabete di tipo 2 è una patologia che si specifica per l’eccessiva quantità di zuccheri nel sangue. Questo eccesso di glucosio prende il nome di iperglicemia e può essere la conseguenza di due condizioni:
- produzione di insulina insufficiente
- azione dell’insulina non adeguata.
L’insulina è l’ormone prodotto dalle cellule del pancreas, e ha il compito di trasportare gli zuccheri dal sangue alle cellule perché vengano convertiti in energia.
Il diabete di tipo 2 sta aumentando a livello globale e rappresenta il 90% dei casi di diabete, mentre il restante 10% è rappresentato dal diabete di tipo 1. I due fattori che hanno determinato l’aumento del diabete di tipo 2, nei Paesi occidentali, sono le abitudini sbagliate di alimentazione e l’aumento della popolazione. Ad essere colpiti sono per lo più pazienti dai 40 anni in su, ragione per la quale questo tipo di diabete viene chiamato anche diabete dell’adulto.
Alcune caratteristiche lavorative rivestono un ruolo importante nell’insorgenza e/o complicanze del diabete mellito: per tali motivi il diabete si può considerare una patologia lavoro-correlata.
I diabetici sono nelle condizioni fisiche e psichiche di praticare qualsiasi lavoro. Il lavoro in particolare nel diabete di tipo 2 può essere causa del diabete in seguito a fattori di rischio psicosociali (stress), per sforzi fisici eccessivi, per lavori notturni, per sedentarietà ma anche per essere a contatto con agenti fisici (sbalzi di temperatura, squilibri di pressione atmosferica, rumore intenso) e chimici come metalli (piombo, mercurio, bismuto, arsenico, idrogeno arsenicale, manganese, selenio, tallio, cobalto, dicromato di sodio.
La tutela del lavoratore diabetico in Italia
In Italia la tutela del lavoratore diabetico passa attraverso la legge 115 del 16 marzo 1987, emanata per interessamento delle varie associazioni diabetologiche allo scopo di tutelare il diabetico nel luogo di lavoro e prevenire qualsiasi discriminazione.
L’art. 1, lett. D) della citata legge indica la necessità di “agevolare l’inserimento del diabetico nella scuola, nelle attività sportive e nel lavoro” mentre l’art. 8 comma 1 stabilisce che la malattia diabetica priva di complicanze invalidanti non costituisce motivo ostativo … per l’accesso al lavoro pubblico e privato, salvo i casi per i quali sono richiesti specifici e particolari requisiti attitudinali (quindi sono le complicanze e non la malattia diabetica ad indurre ad una condizione invalidante lavorativa), escludendo qualsiasi forma di discriminazione nei riguardi dei malati di diabete, riconoscendo loro il diritto di accedere, ove le loro condizioni fisiche lo permettano, a posti di lavoro sia pubblici che privati, ottenere l’iscrizione alle scuole di ogni ordine e grado e l’accesso alle discipline sportive.
Tale legge è stata integrata dalla legge 5 febbraio 1992, n. 104, che concede al diabetico, quando sia riconosciuta una situazione di gravità, tre permessi mensili retribuiti per effettuare i regolari controlli.
Premesso che nelle liste delle malattie per le quali sussiste l’obbligo di denunzia (Decreto dell’11 dicembre 2009) e nella tabelle delle malattie professionali (D.M. 9 settembre 2008) non vi è alcun riferimento al diabete, è ormai condiviso da tutti gli addetti ai lavori (diabetologi, medici dei lavoro, assistenti sociali, associazioni dei diabetici, etc) che il diabete mellito, ben compensato, non debba rappresentare un ostacolo per l’inserimento nel mondo del lavoro non implicando una riduzione della capacità lavorativa; solamente le manifestazioni acute di scompenso e le complicanze croniche tardive possono compromettere le prestazioni psico-fisiche del lavoratore.
Sono, pertanto, i pregiudizi, la scarsa conoscenza dei progressi compiuti dalla ricerca e dalla terapia che possono rendere ragione degli atteggiamenti preclusivi di alcuni datori di lavoro: i diabetici, se ben controllati e in buone condizioni generali, possono svolgere quasi tutti i mestieri e le professioni (con pochissime eccezioni assolute) e l’esperienza e le statistiche dimostrano che la loro abilità, così come il rendimento lavorativo, sono pari agli altri.
Relativamente allo stato di salute il diabetico, c’è da dire che il lavoratore diabetico controlla la propria salute con una regolarità che sicuramente non è abituale tra le persone non diabetiche mentre anche il tempo riservato alla cura della malattia è assai limitato (2-4 mattine l’anno se non delle semplici ore per le analisi 2-6 volte l’anno per le visite mediche).
Tipologia di lavori ammessi, sconsigliati e vietati
Premesso che la malattia diabetica non costituisce un intralcio allo sviluppo di una carriera, sono
A) ammissibili tutti quei mestieri che permettono:
- uno svolgimento costante dell’attività professionale e che
- non comportano un pericolo per la vita propria e per quella di altre persone affidate al lavoratore diabetico, in conseguenza di una crisi ipoglicemica improvvisa.
B) sconsigliate quelle attività che comportano un pericolo per la propria ed altrui incolumità (trapezista, spazzacamino, guida alpina, etc.) oppure un alto stress in quanto questo fattore potrebbe facilmente determinare squilibri glicemici fino alle chetoacidosi. In particolare per quei diabetici di tipo 1 che vanno facilmente incontro a chetosi o a crisi ipoglicemiche – a causa dello squilibrio tra disponibilità o meno dell’insulina di fronte alle richieste periferiche – sono preferibili attività professionale di tipo sedentario, sempre restando possibile l’attività fisica, in particolare dopo il pasto principale quando più necessaria e l’utilizzazione dei carboidrati ingeriti.
Sono sconsigliati lavori che possono comportare lesioni cutanee (muratore, etc.) proprio per la difficoltà di rimarginarsi soprattutto in caso di lesioni frequenti, profonde ed in particolare se provocate da materiale presumibilmente infetto; nessun problema nel caso in cui si tratta di abrasioni superficiali da materiale “pulito”.
Sono altresì sconsigliate le attività che favoriscono alterazioni circolatorie degli arti inferiori anche se un lavoro condotto in posizione eretta (quindi viene interessato soprattutto il sistema venoso) ha poca importanza per il diabete.
Ancora sono sconsigliati i mestieri del pasticciere, dell’oste, del panettiere o del cuoco purchè non si lascino tentare dalla gola, in particolare con gli assaggi. C’è da dire che se il cuoco si limita ad assaggiare le pietanze, come poi generalmente fanno i cuochi, questa attività la si può svolgere in perfetta tranquillità e con reale vantaggio; c’è da considerare altresì che l’abitudine alla presenza dei dolci potrebbe portare all’indifferenza verso gli stessi;
Sconsigliati, infine, tutti quei mestieri che richiedono un’attività in continuo movimento, con cambi di ambienti e di cucine, di alzatacce al mattino presto, di discussioni continue. Dipende dal carattere e dall’accettare con piacere o meno questo tipo di attività e di adattare la condizione del diabetico a questo tipo di vita (ad es. evitare pietanze unte e abbondanti, bibite gasate, etc. ) e che comunque comportano un modo di vita irregolare con una notevole difficoltà di poter mantenere un equilibrio glicemico adeguato.
Vietate:la professione del vigile del fuoco (art. 2 del D.M. 3 maggio 1993, n. 228),di controllore e assistente di volo (solo se si fa uso di farmaci non orali come l’insulina – Personal licensing, dell’International Civil Aviation Organization – ICAO); attività che richiedono il libretto di navigazione (pilota di aerei, navi , treni e autocarri – Regio Decreto Legge 14 dicembre 1933 n. 1773) mentre per gli autobus ed autocarri pesanti sono queste attività soggette a controllo medico, quindi sconsigliate ma comunque non vietate. attività militare: il diabete mellito è una malattia che porta all’esonero del servizio militare e per il militare di carriera questa malattia costituisce un intralcio e la sospensione del servizio attivo a meno che non sia trasferito all’amministrazione o comunque ad uffici, nel qual caso la sua vita in pratica è quella dell’impiegato.
Per i casi in cui il medico aziendale ritenga che una persona con diabete in certe condizioni (con complicazioni invalidanti) non possa svolgere una mansione senza rischio per la sua salute, c’è la possibilità, con la nuova normativa, di richiedere l’Accomodamento ragionevole.
Problemi nel mondo del lavoro
Il diabetico si trova ad affrontare nel mondo del lavoro diversi problemi:1) stress: attualmente le condizioni di lavoro sono nettamente migliorate sia in termini di entità della fatica sia in termini di grado di rischio fisico e/o chimico, ma sono aumentate le occasioni di stress legate ai lavori a turni e/o notturni; lo stress è questo un fattore psicosomatico legato alla personalità del soggetto, al suo adattamento al lavoro o all’ambiente: c’è chi per evitare lo stress di lavoro può tardare l’ingresso in ufficio in modo da evitare il traffico mattutino soprattutto nelle grandi città. Ad aumentare lo stress contribuiscono altri fattori come la rincorsa al successo, all’apprensione e al lavoro dirigenziale, tutti fattori che possono determinare un certo livello di ansia che può riflettersi sulla glicemia senza considerare come ad un aumento dell’attività lavorativa possa correlarsi una diminuzione dell’attività fisica. Infine anche lavori che richiedono una concentrazione continua e prolungata possono essere fattori di stress lavorativo che influiscono sulla glicemia.
Attività e sforzi fisici: questo fattore può causare ipoglicemie nel caso di lavori ove è richiesto uno sforzo fisico notevole (lavaggi a mano delle auto, carico scarico merci, etc.) oppure iperglicemie nel caso di lavori sedentari (impiegati, rappresentanti di commercio, etc.). Alimentazione: per questo fattore sussistono problemi legati alla mensa aziendale dove non sono previsti mai pietanze dedicate per il diabetico (salvo ricorrere alla sola pasta o riso in bianco, per primo e carne lessata, per il secondo).rispetto degli orari del pasto. Il problema è marcato nel caso dei cuochi, dei baristi e dei camerieri. Trasferta: questo fattore riguarda i rappresentanti di commercio o i funzionari pubblici o privati che per ragioni di lavoro siano costretti a spostarsi sul territorio nazionale e straniero per le ragioni già sopra dette.