L’ultimo E-Book della Consulta Italiana Interassociativa della Prevenzione, CIIP, è scaricabile dal sito. Pubblichiamo una sintesi della presentazione del lavoro editoriale curata da Gilberto Boschiroli presidente CIIP
Le disuguaglianze sociali, le differenze di genere influenzano lo stato di salute delle persone, richiedendo interventi mirati per garantire un accesso alle cure a tutti equo e equilibrato, come emerge dal contributo di Giuseppe Costa. Il cambiamento climatico e l’inquinamento hanno un impatto significativo sulla salute, richiedendo azioni per proteggere l’ambiente e promuovere stili di vita sostenibili.
I nuovi bisogni di salute richiedono un ripensamento profondo dei sistemi sanitari, compresi quelli aziendali, con l’obiettivo di garantire un’assistenza più umana, personalizzata e sostenibile. È necessario un approccio multidisciplinare che coinvolga tutti gli attori per rispondere ai bisogni complessi delle persone, e ciò vale soprattutto nell’ambito della prevenzione, come la Consulta sostiene sin dalla sua nascita.
I professionisti della salute e della sicurezza devono acquisire nuove competenze per affrontare le sfide poste dai nuovi bisogni. La partecipazione attiva dei cittadini e dei lavoratori è indispensabile per l’evoluzione positiva del processo di cambiamento, con la consapevolezza sempre maggiore di quali comportamenti virtuosi bisogna mettere in atto per “stare bene”.
In questo contesto si inserisce il tema trattato in questo E-book. Il tema non è certamente nuovo come emerge dal contributo “ storico “ di Baldasseroni e Talini i primi programmi per la promozione della salute nei contesti lavorativi sono iniziati già a partire dagli anni ’70 e da allora c’è stato un proliferare cospicuo di pubblicazioni scientifiche e iniziative istituzionali, come ben illustrato nel testo, e dal XXI secolo si è andato sempre più consolidando il concetto di “Total Workers Health”, inteso non più come mera prevenzione dei rischi lavorativi, ma come valutazione delle interrelazioni tra la vita lavorativa e la vita personale del lavoratore.
La salute riguarda la singola persona e la comunità dove vive, non solo la fabbrica e i lavoratori, i fattori lavorativi e non lavorativi sono tra loro fortemente interconnessi. L’interesse sempre maggiore tra i professionisti e i cultori della prevenzione deriva anche dagli interventi sempre più stringenti di Istituzioni e Autorità pubbliche, in primis l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) che ha identificato la Workers Health Promotion (WHP) come una delle strategie efficaci nell’ambito delle politiche di promozione della salute inserendola tra le strategie per il 2019-2020. In Europa nel 1996 venne il Network Europeo per la Promozione della Salute nei Luoghi di lavoro (ENWHP) che ha pubblicato innumerevoli documenti e linee di indirizzo sul tema.
Nel nostro paese la WHP è inserita nel Piano Nazionale di Prevenzione dal 2014, con diversi macro obiettivi molto ambiziosi ben illustrati nel testo. Eppure, malgrado il crescente interesse generale, le iniziative concrete nel mondo aziendale, pubblico e privato, non hanno avuto una grande diffusione: vi sono certo molti esempi di “best practice” riportati in letteratura e anche nell’e-book, ma la grande maggioranza delle imprese ignora il problema che stenta a trovare un’applicazione sistematica. Diversi i motivi, innanzi tutto dovuti al tessuto delle imprese italiane che si stima costituito al 90- 95% da piccole e medie imprese.
C’è un deficit culturale che deve essere colmato, soprattutto a livello imprenditoriale ma anche tra i professionisti della prevenzione; è necessario ma non facile “convincere” i datori di lavoro che la promozione della salute non è solo un costo, un benefit per i lavoratori, come per ora viene concepito anche in alcune delle migliori esperienze sul campo, ma è un investimento, come dimostrano i dati in letteratura: riduzione dell’assenteismo, aumento della produttività, diminuzione dei costi legati agli infortuni, alle malattie professionali e all’assistenza sanitaria, attrattività dell’azienda nel recruitment, miglioramento dell’immagine aziendale. Il deficit culturale e professionale nelle imprese è dunque ancora molto ampio, le iniziative sono sporadiche lasciate alla buona volontà dei singoli e coinvolgono solo le grandi aziende in condizioni floride, mentre le piccole o quelle che hanno una situazione economico-finanziaria non buona sono pressoché del tutto assenti.
Proprio per questo la Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione da alcuni anni ha deciso di occuparsi del tema riprendendo il Gruppo di Lavoro “Promozione della Salute in Azienda”, dai cui lavori, nasce questo documento.
Gli obiettivi principali come “mandato” dati alla ripresa del gruppo sono: • degli operatori “Stato dell’arte” sul tema dal punto vista storico, normativo, istituzionale, culturale e pratico-applicativo. • Promuovere e pubblicizzare le potenzialità della WHP per migliorare il livello culturale e di conoscenza sul tema • Contribuire alla diffusione di quali sono i principali punti critici e come superarli. • Migliorare le competenze della prevenzione Obiettivi pienamente raggiunti con un’opera completa, documentata e di agile consultazione.
L’E-book si rivolge quindi non solo agli esperti e operatori sul campo della prevenzione, ma anche e soprattutto ai datori di lavoro, agli esperti di risorse umane e a tutti coloro che collaborano con il datore di lavoro per la gestione delle persone.