Nel 2024 l’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (EU-OSHA) ha pubblicato il rapporto ESENER 2024 (Indagine europea fra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti), che analizza le principali sfide emergenti nel campo della sicurezza sul lavoro. Il report fornisce un quadro aggiornato su come le aziende europee gestiscono la prevenzione dei rischi, con particolare attenzione alla digitalizzazione, al lavoro da remoto e ai rischi psicosociali.

Il cambiamento delle modalità di lavoro e le nuove criticità

Uno dei dati più rilevanti emersi dal rapporto riguarda il lavoro da remoto. Nel 2024, il 23% delle aziende europee ha dipendenti che lavorano regolarmente da casa, rispetto al 13% del 2019. Tuttavia, solo l’8% delle imprese include questi ambienti nelle proprie valutazioni del rischio, evidenziando una gestione ancora insufficiente della sicurezza per chi lavora a distanza.

Parallelamente, il 64% delle aziende segnala come fattore di rischio la sedentarietà prolungata, un dato che riflette il cambiamento delle abitudini lavorative e la necessità di strategie mirate per ridurre i rischi ergonomici e muscoloscheletrici.

Digitalizzazione e sicurezza: opportunità e rischi

L’uso crescente delle tecnologie digitali nei processi produttivi e gestionali ha un impatto significativo sulla sicurezza. Secondo ESENER 2024, il 43% delle aziende europee ha iniziato a includere i rischi legati alla digitalizzazione nelle proprie valutazioni, con particolare attenzione all’uso dell’Intelligenza Artificiale, dell’Internet of Things e dei sistemi di monitoraggio automatizzato.

Questi strumenti, se da un lato possono migliorare la produttività e ridurre l’incidenza degli infortuni, dall’altro introducono nuove criticità, come l’aumento della pressione lavorativa, il rischio di sorveglianza invasiva e la perdita di controllo dei lavoratori sui propri ritmi di lavoro. In alcuni settori, il monitoraggio digitale delle prestazioni è già una realtà consolidata, con il 15% delle aziende di logistica e trasporti che utilizza sistemi di tracciamento per valutare l’efficienza dei dipendenti.

Stress e rischi psicosociali: una sfida sottovalutata

Il report evidenzia come i rischi psicosociali siano sempre più rilevanti nel contesto lavorativo europeo. Il 56% delle aziende segnala problemi legati allo stress da contatto con clienti difficili, mentre il 43% individua la pressione lavorativa come un fattore di rischio significativo. Nonostante questi dati, solo una parte delle imprese adotta misure concrete per affrontare il problema, e la gestione dei rischi psicosociali resta spesso secondaria rispetto a quella dei rischi fisici.

Un aspetto interessante del rapporto riguarda la percezione della difficoltà di gestione dei rischi psicosociali. Nei paesi scandinavi, come Svezia, Danimarca e Finlandia, oltre il 35% delle aziende considera questi rischi più complessi da affrontare rispetto a quelli tradizionali, mentre in altri paesi, come Bulgaria e Croazia, la percentuale scende sotto il 10%.

La gestione della sicurezza nelle aziende europee

La valutazione dei rischi rimane uno strumento essenziale per la sicurezza sul lavoro. Il 76% delle aziende europee dichiara di effettuare regolarmente valutazioni del rischio, con percentuali più elevate nei paesi con normative più stringenti. Tuttavia, permane una forte differenza tra grandi e piccole imprese: mentre le aziende più strutturate investono maggiormente nella prevenzione, le realtà di dimensioni minori tendono a percepire la sicurezza come un obbligo burocratico piuttosto che come un’opportunità per migliorare l’efficienza e il benessere lavorativo.

Un altro dato rilevante riguarda la partecipazione dei lavoratori ai processi di sicurezza. Secondo ESENER 2024, il 55% delle aziende europee coinvolge i dipendenti nella definizione delle misure di prevenzione, ma questa percentuale è in calo rispetto al 2019. Il dato suggerisce che, nonostante la crescente attenzione alla sicurezza, molte imprese non adottano ancora un approccio realmente partecipativo alla gestione dei rischi.