Il 90% della nostra vita scorre al chiuso: in ufficio, a scuola, nelle strutture sanitarie e in automobile, autobus o metro. Ma soprattutto in casa. È la casa l’ambiente nel quale trascorriamo ogni notte e molta parte dei nostri giorni: la nostra abitazione è il nostro primo habitat.
Quali sono gli effetti sulla salute dell’inquinamento domestico? Prima di tutto occorre comprendere come questi agenti inquinanti possono entrare a contatto con il nostro corpo e diffondersi agli organi con potenziali rischi per la salute. Nel rapporto dell’Accademia delle Scienze è rappresentata l’immagine di una ragazza intenta a leggere un libro mentre mordicchia distrattamente una matita. Questa ragazza è ignara del fatto che sta entrando in contatto con diversi potenziali inquinanti attraverso le tre principali vie di esposizione: inalazione, ingestione e contatto.
L’inalazione riguarda le sostanze chimiche in forma gassosa o di aerosol, una sospensione stabile di particelle solide o liquide sospese nell’aria con dimensioni variabili, da quelle più grossolane (come le PM10, ≤10 µm di diametro) a quelle fini (≤2,5 µm) o ultrafini (≤100 nm). Queste ultime trasportano con maggiore efficienza altre sostanze chimiche, attraversano le barriere biologiche come quella degli alveoli polmonari e raggiungono più facilmente la circolazione e vari organi del corpo, incluso il sistema nervoso centrale: le PM0,1 possono infatti essere rilevate nel cervello già 4 ore dopo l’inalazione.
Una seconda modalità di esposizione agli inquinanti è il contatto diretto con prodotti chimici, seguiti dalla migrazione e dalla loro metabolizzazione nell’epidermide e dal successivo trasporto all’interno del derma e quindi nei capillari.
L’ingestione, infine, dipende in gran parte dalla tendenza ad avvicinare le mani “contaminate” al viso e alla bocca, ma può anche essere mediata dal naturale processo di “pulizia” delle vie aeree, che dai bronchi sposta verso l’alto le particelle inizialmente inalate, che finiscono poi per essere deglutite. Si stima che un soggetto ingerisca ogni giorno quasi un trilione di particelle ultrafini!
Ma quali sono le conseguenze di questa continua e inevitabile esposizione sulla nostra salute? Uno studio dell’UPO, Università popolare del Piemonte Orientale, ha valutato gli effetti a breve termine dell’esposizione ai fumi di cottura sull’attività cerebrale.
Durante la frittura di carne in olio bollente, l’attività cerebrale dei partecipanti ha mostrato delle somiglianze con quella di pazienti con malattie neurodegenerative. Sebbene l’elettroencefalogramma sia tornato nella norma nel giro di mezz’ora, questo risultato fa riflettere soprattutto sulle potenziali conseguenze a lungo termine di un’esposizione ripetuta nel tempo.
Allo stesso modo è stato dimostrato che l’esposizione alle particelle, soprattutto quelle ultrafini, ha diversi risvolti sul nostro corpo: oltre alla semplice infiammazione delle vie aeree, le PM0,1 possono causare reazioni del sistema immunitario a livello sistemico, disfunzione delle pareti vascolari e alterazioni della coagulazione che, a lungo andare, possono incidere sul rischio cardiovascolare.
Soffermiamoci sui rimedi. Dopo averci sufficientemente spaventato con un lungo e dettagliato elenco di composti chimici inquinanti all’interno dell’ambiente domestico, il rapporto dell’Accademia Nazionale delle Scienze suggerisce anche come correre ai ripari e limitare l’esposizione a questi agenti, un’operazione che potrebbe essere riassunta da questa piramide rovesciata in cui le azioni da intraprendere hanno una precisa gerarchia di efficacia: eliminazione dell’agente inquinante, sostituzione con uno meno inquinante, controllo dell’ambiente o, come soluzione ultima, introduzione di dispositivi di protezione.
Nella vita di tutti i giorni, però, risulta difficile attenersi a questi consigli, anche perché ogni oggetto potrebbe rappresentare una minima fonte di inquinamento. Per non diventare paranoici, la soluzione migliore è prestare un po’ più di attenzione nelle attività quotidiane e magari modificare qualche abitudine per ridurre il rischio.
Le parole d’ordine sono ventilazione, ventilazione e ancora ventilazione, in assoluto la prima misura di controllo della qualità dell’aria negli ambienti interni. Il ricambio d’aria, almeno in linea teorica, è in grado di eliminare quasi tutti i contaminanti grazie a un processo di progressiva diluizione, riducendone la concentrazione.
Oltre a ciò, ecco qualche dritta per sapere come comportarsi nei diversi ambienti domestici.
- In cucina, accendere sempre la cappa aspirante mentre si sta cucinando. La cappa contiene filtri meccanici in grado di trattenere gran parte delle microparticelle presenti nell’aria. Attenzione però: i filtri si limitano a intrappolare ma non distruggono il particolato, è necessaria quindi una manutenzione periodica e una sostituzione al bisogno.
- Preferire metodi di cottura come la bollitura o la cottura a vapore.
- Evitare l’uso troppo frequente di candele profumate o profumatori per l’ambiente.
- Installare impianti di condizionamento che garantiscano il ricircolo costante o frequente dell’aria o acquistare dei filtri HEPA (high-efficiency particulate air), sistemi di filtrazione ad elevata efficienza.
- Per l’igiene personale, preferire deodoranti in crema o roll-on a quelli spray.
Qualche consiglio anche per i maniaci della pulizia: mantenere la casa pulita fa bene, ma non bisogna esagerare e occorre scegliere i prodotti e le modalità più adatte. Per esempio, ai detergenti spray è meglio preferire quelli in forma liquida, che si depositano direttamente sulle superfici senza creare un aerosol che finiremmo per inalare. Quando si spolvera è meglio utilizzare un panno bagnato per limitare la risospensione delle particelle nell’ambiente.
E dopo un trasloco sarebbe meglio lasciare “decantare” i mobili nuovi per qualche giorno, o per lo meno fare ancora più attenzione ad aerare bene gli ambienti nei giorni immediatamente successivi al nuovo acquisto. Le superfici dei mobili nuovi, infatti, rilasciano molti composti organici volatili che contribuiscono all’inquinamento domestico.
E le piante? Potrebbero essere dei validi alleati grazie alla loro reputazione di depuratori naturali, ma la loro capacità depurativa non può stare al passo con la continua produzione di sostanze inquinanti. In altre parole, se volessimo contare solo sull’aiuto delle piante, dovremmo posizionarne circa 5000 in un appartamento di circa 50 m2, una vera e propria foresta!
Come spesso accade, la soluzione migliore sta nelle vie di mezzo e soprattutto nella consapevolezza del problema. Senza rovinarsi la voglia di fritto o avere timore di stampare una pagina per paura degli inquinanti, basta fare più attenzione ai dettagli e alle potenziali fonti di inquinamento, cercando di limitarle e puntando sul ricambio di aria negli ambienti. Tutti consigli da tenere a mente per poter respirare a pieni polmoni la prossima volta che si farà ingresso nella propria abitazione.
Il decalogo Istituto Superiore di Sanità per migliorare l’aria, primo: aprire le finestre
II Gruppo di Studio Nazionale (GdS) Inquinamento Indoor dell’Istituto Superiore di Sanità è stato istituito per portare maggiore chiarezza nella tematica di sanità pubblica che è l’inquinamento negli ambienti chiusi. Ma anche per fornire indicazioni alla comunità dei cittadini perché imparino a mettere in atto quanto possibile per proteggersi dall’esposizione all’inquinamento indoor.
- Cambiare frequentemente l’aria in casa aprendo le finestre. Preferibilmente quelle più distanti dalle strade più trafficate. Tenere aperte le finestre mentre si cucina, pulisce, si lavare, si stira eccetera. Quando si cucina utilizzare anche la cappa. Ricordare che in assenza di un frequente ricambio di aria gli inquinanti si accumulano in casa, comportando possibili rischi per la salute nostra e per quella dei nostri bambini.
- Ricordare che il pulito non ha odore. Non eccedere con l’uso di prodotti per la pulizia come detergenti e detersivi, meglio non utilizzare deodoranti e diffusori di profumi, incensi e candele profumate.
- Non miscelare i prodotti di pulizia, in particolare quelli contenenti candeggina o ammoniaca, con sostanze acide come gli anticalcari. Prima di utilizzare i prodotti è necessario leggere le etichette, rispettare i consigli e le indicazioni presenti sulle confezioni, impiegare le quantità di prodotto raccomandate dai produttori e utilizzare i tappi dosatori per non eccedere con le quantità.
- Non fumare in casa né sigarette classiche né e-cig. Gli inquinanti chimici rilasciati dal fumo costituiscono un rischio per la salute, soprattutto dei bambini. Questi inquinanti rimangono su pareti, arredi, tende e tappezzerie per lunghi periodi.
- Far prendere aria gli abiti ritirati dalla lavanderia prima di riporli negli armadi.
- In presenza di mobili nuovi, cambiare con più frequenza l’aria.
- Limitare e non abusare di insetticidi, leggere attentamente le etichette e le avvertenze, e non soggiornare negli ambienti dopo l’utilizzo.
- Le piante non aiutano a ridurre l’inquinamento in casa.
- In caso di ristrutturazione o anche di semplice imbiancatura di pareti prediligere prodotti con livelli emissivi più bassi per gli inquinanti chimici e in ogni caso dopo la ristrutturazione arieggiare il più possibile.
- Se si hanno animali domestici rimuovere gli allergeni contenuti nelle polveri sui mobili abiti e biancheria. Passare regolarmente aspirapolvere e straccio umido sulle superfici, cambiare con maggiore frequenza l’aria negli ambienti.