L’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della cosiddetta Patente a Punti nel Comparto edilizia dal 1 ottobre 2024 apre nuove prospettive finalizzate a salvaguardare la tutela della salute e sicurezza di lavoratori particolarmente esposti a rischi per i quali c’è bisogno soprattutto di interventi formativi, informativi e di addestramento.

Domenico Della Porta

Domenico Della Porta, docente di Medicina del Lavoro e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro all’Università Uninettuno International di Roma e Presidente dell’Osservatorio Malattie Occupazionali e Ambientali dell’Università degli Studi di Salerno, è convinto che il percorso avviato dal Governo e dalla Ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone porterà a concreti risultati nell’ambito della Salute e Sicurezza sul Lavoro in particolare per i cantieri fissi e mobile e per i lavoratori autonomi.


Di cosa si tratta prof. Della Porta?

Premesso che il Testo Unico Sicurezza (D.lgs 81/08) prevede all’art 27 un Sistema di qualificazione delle imprese e dei Lavoratori autonomi, chiamato in gergo e per analogia con il settore stradale “patente a punti”, ci troviamo di fronte ad un importante provvedimento che viene fuori da un “avviso comune” sottoscritto il 28/7/2011 dalle principali associazioni datoriali e sindacali che operano nel settore edile. In esso veniva delineata una prima impostazione della questione relativa alla patente a punti applicabile ai cantieri temporanei e mobili ubicati sul territorio nazionale.

Quali sono i requisiti per ottenere la Patente a Punti?

Per i requisiti, ad evitare omissioni o imprecisioni, occorre attendere la pubblicazione del decreto. Piuttosto intendo richiamare l’attenzione sulla Formazione che occorrerà erogare a margine degli stessi requisiti e dichiarare per la patente a punti, destinata non solo ai soggetti che dovranno gestire l’applicazione della normativa di tutela, ma anche agli stessi lavoratori. La formazione, l’informazione e l’addestramento sono alla base della Cultura della Sicurezza, invocata dalla politica, dal mondo sindacale e datoriale.

Si tratta professore, di un intervento prioritario?

Assolutamente si. In materia di salute e sicurezza sul lavoro per la strategia formativa dovrebbero essere previsti precisi indicatori di efficacia che devono riguardare una differenza nelle nozioni teoriche acquisite prima e dopo l’attività; per l’Addestramento, tali indicatori devono riguardare una differenza tra prima e dopo l’attività nelle conoscenze pratiche acquisite. Sia per l’una sia per l’altra strategia formativa, vanno definiti gli indicatori di efficacia quanti sono i contenuti/gli argomenti oggetto della specifica attività che prevede l’impiego di tali strategie. Occorre elaborare poi gli indicatori per la valutazione dell’efficacia di un’attività che abbia adottato la strategia della Formazione. Per poter rilevare questi ultimi è necessario essere quanto più possibile rigorosi e precisi nella raccolta delle parole/dei discorsi pronunciati dai lavoratori che hanno partecipato all’attività formativa, ossia proprio nella raccolta di quello che dicono quando poniamo loro le domande volte a raccogliere gli indicatori. E’ un processo attraverso il quale si avrà il quadro delle competenze possedute per scongiurare azioni a rischio per sé e per i colleghi di lavoro.

Saremo pronti a partire ad ottobre?

Occorre, a mio avviso, sollecitare la definizione dei nuovi contenuti formativi in materia SSL da un accordo Stato Regioni del 21.11.2011, la cui revisione sarebbe dovuta esserci entro il 30 giugno 2022. Al momento girano bozze più o meno accreditate delle nuove Linee Guida che avranno l’ufficializzazione solo  dalla Conferenza Stato Regioni.